IL FLAI TORNA IN CALABRIA: AL VIA LA TERZA EDIZIONE A SOVERIA MANNELLI
Il FLAI – Festival del lavoro nelle aree interne si terrà dall’11 al 13 giugno in Calabria, a Soveria Mannelli, presso le Industrie Rubbettino e vedrà la partecipazione di più di 40 studiosi provenienti dall’Italia e dall’estero.
Il Festival del lavoro nelle aree interne è promosso da RESpro, la rete di storici per i paesaggi della produzione, da Fondazione Appennino e da Rubbettino.
Aree interne come luoghi di produzione: leitmotiv del Festival del lavoro nelle aree interne
Aree interne non più intese come luoghi di abbandono e deurbanizzazione, né tanto meno come mete turistiche per gli amanti delle rovine, ma come luoghi vivi, di produzione e lavoro. È questo il leitmotiv del Festival del lavoro nelle Aree Interne che, giunto alla terza edizione si terrà a Soveria Mannelli, in Calabria, presso le Industrie Rubbettino dall’11 al 13 giugno.
Protagonisti d’eccezione per ridisegnare il futuro delle aree interne
Numerosi gli eventi e i talk in programma che comprendono non solo la condivisione di percorsi di studio e di ricerca ma anche di esperienze, come l’evento di networking “Radici rotte”, previsto per la serata del 12 giugno, un momento dedicato all’incontro e al dialogo tra attori del territorio: imprenditori, associazioni, professionisti e cittadini si confronteranno per condividere esperienze, creare connessioni e costruire nuove sinergie. Un’occasione per intrecciare storie, idee e prospettive sul futuro delle aree interne.
Aree interne e sfide contemporanee
La discussione sulle aree interne e il loro futuro è più che mai necessaria in questo momento storico «Il tema delle aree interne – osserva Augusto Ciuffetti, docente di Storia economica presso l’Università Politecnica delle Marche, e membro del comitato scientifico del Festival – continua ad essere al centro del dibattito culturale e degli studi, mentre sta progressivamente scomparendo dall’agenda politica del nostro Paese. Né la SNAI, né il PNRR, nonostante i progetti e le risorse finanziarie messe a disposizione, hanno prodotto risultati degni di nota.
Nello stesso tempo è cambiato il contesto generale. Allo spopolamento delle aree interne corrisponde l’eccessiva urbanizzazione e la cementificazione degli spazi costieri, con una densità abitativa delle città in costante crescita, mentre il declino demografico è ormai un fenomeno che riguarda l’Italia intera. Tale situazione sta permettendo a grandi multinazionali di mettere in atto nuovi atteggiamenti predatori nei confronti della dorsale appenninica. Sembra che il futuro, per quest’ultima, non possa che corrispondere alla realizzazione di enormi parchi eolici, in nome di una distorta visione della transizione energetica, la quale assicura enormi guadagni solo alle società di progettazione, oppure a nuove ipotesi di sviluppo turistico di massa legate alla costruzione di impianti di risalita, che ignorano completamente le conseguenze del mutamento climatico.
Ripensare il valore delle aree interne
Al turismo, considerato come una sorta di illusoria panacea, spesso responsabile, invece, della totale devastazione di territori e spazi urbani, oppure legato esclusivamente a prospettive del tutto inconsistenti o imposte dalle mode del momento, come il cosiddetto turismo delle origini, si dovrebbe sostituire la vera riscoperta dei mestieri e dei patrimoni materiali e immateriali delle comunità locali, in particolare di quelli culturali».
Tra cultura e impresa: oltre 40 relatori al Festival del lavoro nelle aree interne
In una densa tre giorni di incontri e dibattiti, oltre 40 studiosi provenienti da ogni parte d’Italia (e non solo) discuteranno di impresa e memoria, di quanto i territori che hanno dato origine al modello italiano oggi si siano riscoperti fragili e necessari di tutela e custodia. Non solo analisi, ma anche progetti e proposte per il futuro che mettano insieme produzione e cultura, industria e design, produzioni identitarie e nuove economie.
Il panel dei relatori è variegato e composto da giovani ricercatori, professionisti e affermati studiosi, in uno scambio continuo di idee, visioni ed esperienze.
In particolare, si segnala la partecipazione di
- Pierluigi Sacco, economista, specializzato in economia della cultura, sviluppo territoriale, industria creativa e politiche culturali;
- Veronica Macchiavelli, regista del documentario “L’ultima neve” che verrà proiettato nel corso del festival presso lo storico Lanificio Leo;
- Cristina Garzillo (ICLEI Europe), esperta internazionale di sostenibilità urbana e territori in transizione;
- Lucia Nardi, vicepresidente di Museimpresa e responsabile cultura d’impresa per Eni;
- Ludovico Solima, economista della cultura e studioso dei modelli di gestione e sostenibilità del patrimonio culturale, con particolare attenzione alle aree marginali;
- Vito Teti, antropologo e voce autorevole sulla questione meridionale;
I panel coordinati da Fondazione Appennino
12 Giugno – Cooperazione di comunità: opportunità per aree interne e casi da raccontare
Gianni Lacorazza, Fondazione Appennino dialoga con:
- Filomena Pugliese, Confcooperative Basilicata
- Davide Olori, Università di Bologna | EDT APS
- Paolo Scaramuccia, Legacoop
12 Giugno – Borghi non comuni. Il punto sul bando raccontato dai beneficiari
Annalisa Romeo, Fondazione Appennino dialoga con:
- Lino Gentile, Sindaco Castel del Giudice
- Sara Giordano, Sindaca Sellia
- Fiorella Pompa, Sindaca Ginestra
- Luigi Vertucci, Sindaco Atena Lucana
Il Festival del lavoro nelle aree interne invita a guardare in profondità: siamo davvero pronti a passare dalle parole ai fatti, restituendo centralità a chi vive e lavora ogni giorno nei territori fragili?
Scarica il pdf del programma del FESTIVAL DEL LAVORO NELLE AREE INTERNE





