martedì, Ottobre 15, 2024
Festival Appennino Mediterraneo

FESTIVAL APPENNINO MEDITERRANEO – F.A.ME. 2024

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Dal 14 settembre la terza edizione del F.A.Me.

Il Festival Appennino Mediterraneo apre con I Tammurriarè a Roccanova

FESTIVAL APPENNINO MEDITERRANEO F.A.ME.(VAI ALLA SEZIONE DEDICATA SU WWW.APPENNINOFONDAZIONE.IT)

Il Festival Appennino Mediterraneo riparte da Roccanova ed apre la sua terza stagione, come di consueto, nei mesi autunnali che vanno dalla chiusura dell’estate agli inizi dell’inverno. Tra mesi di musica, teatro, danza, in un festival multidisciplinare ideato ed organizzato da Fondazione Appennino, con la direzione artistica di Giovanna D’Amato e finanziato da Ministero della Cultura, Regione Basilicata, comuni che ospiteranno gli eventi e partner privati.

Ed anche quest’anno il F.A.Me. riporta sui palchi delle aree interne i temi che riguardano il legame che c’è e deve rafforzarsi con il mediterraneo e le culture che nei secoli hanno fatto dell’Appennino lucano un luogo di crocevia di identità e di tradizioni, di musiche e culture, che oggi vengono ri-accolte dalle comunità locali nei piccoli teatri e nelle piazze dei paesi.

Roccanova è la prima tappa e ad aprire il festival sarà Valerio Ricciardelli e i Tammurriarè, in Piazza del Popolo, alle 21, anche in occasione della terza edizione dell’evento “Sauza Ca’ Coscia”, che il Comune dedica al suo piatto tipico locale.

Roccanova, quindi, diventa il luogo in cui si incontrano le sonorità del Mediterraneo, legate anche alla tradizione napoletana, e i sapori legati all’Appennino, il paradigma che re evidente quanto mare e monti, legati indissolubilmente tra loro, costituiscano parte fondamentale della vita e del destino delle comunità che vi ci abitano.

“Partiamo ogni anno a settembre – afferma Annalisa Romeo, direttrice della Fondazione Appennino – perché sin dall’inizio della nostra attività siamo stati guidati dalla convinzione che l’attenzione alle comunità delle aree interne va posta dal momento in cui si spengono i riflettori di agosto e si torna al buio delle difficoltà quotidiane. È un sacrificio più grande, una sfida organizzativa più difficile che però abbiamo voluto lanciare e da anni portiamo avanti con l’idea che arte e cultura fanno parte da un lato di un prodotto attrattivo utile se strutturato e costante e, dall’altro, di una risposta alla dignità di chi resta, che ha diritto di fruire di una civiltà costante tutto l’anno e per tutti i luoghi. Oggi per fortuna molti si stanno accorgendo di questa necessità, molti cominciano a parlare dell’esigenza di portare questa attenzione anche nei mesi meno facili”.

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